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Eventi cutanei avversi da Pembrolizumab, un immunomodulatore antitumorale, e associazione alla progressione della malattia


I farmaci immunomodulatori antitumorali, come il farmaco anti-PD-1 Pembrolizumab ( Keytruda ), hanno mostrato risultati promettenti negli studi, e più pazienti riceveranno tali trattamenti.
Poco si sa circa gli eventi avversi cutanei causati da questi farmaci e la loro eventuale correlazione con la risposta al trattamento.

E’ stata descritta la frequenza e lo spettro di eventi avversi cutanei legati a Pembrolizumab e la loro eventuale correlazione con la risposta al trattamento mediante una revisione delle cartelle cliniche condotta su pazienti con cancro che sono stati trattati con Pembrolizumab dal 2011 al 2014.

La revisione ha compreso 83 pazienti consecutivi che sono stati arruolati in due studi clinici, hanno ricevuto almeno 1 dose di Pembrolizumab, e hanno avuto almeno 1 visita di follow-up.

I pazienti sono stati raggruppati in base al seguente schema terapeutico per Pembrolizumab: 43 hanno ricevuto 10 mg/kg ogni 3 settimane, 24 hanno ricevuto 10 mg/kg ogni 2 settimane, e 16 hanno ricevuto 2 mg/kg ogni 3 settimane.

66 pazienti sono stati trattati per melanoma, 15 pazienti per cancro del polmone, 1 paziente per cancro alla prostata, e 1 paziente per carcinoma a cellule di Merkel.

Il follow-up mediano è stato di 15 settimane.

Gli esiti principali sono stati l’occorrenza, la gravità e il tipo di eventi avversi cutanei, così come la progressione della malattia e la risposta al trattamento con Pembrolizumab.

35 pazienti ( 42% ) hanno sviluppato eventi avversi cutanei attribuiti a Pembrolizumab.

Gli eventi avversi più comuni sono stati eruzione papulare maculare cutanea ( 24, 29% ), prurito ( 10, 12% ) e ipopigmentazione ( 7, 8% ).
Tutti e 7 i pazienti che hanno sviluppato ipopigmentazione sono stati trattati per il melanoma.

Le analisi di sopravvivenza hanno mostrato che i pazienti che hanno sviluppato eventi avversi cutanei hanno avuto intervalli liberi da progressione significativamente più lunghi in tutti e 3 i gruppi ( Pembrolizumab 10 mg/kg ogni 3 settimane, P=0.001; Pembrolizumab 10 mg/kg ogni 2 settimane, P=0.003; Pembrolizumab 2 mg/kg ogni 3 settimane, P=0.009 ) rispetto ai pazienti che non hanno sviluppato eventi avversi cutanei.

In conclusione, la terapia con Pembrolizumab è stata associata a eventi avversi cutanei nel 42% dei pazienti.
Lo sviluppo di eventi avversi cutanei, soprattutto di ipopigmentazione in pazienti con melanoma, potrebbe puntare a una migliore risposta al trattamento. ( Xagena2015 )

Sanlorenzo M et al, JAMA Dermatol 2015; 151: 1206-1212

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