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Nemolizumab migliora il prurito nella dermatite atopica


Iniezioni sottocutanee a cadenza mensile di Nemolizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato che inibisce l'interleuchina-31 ( IL-31 ), ha migliorato in modo significativo il prurito associato a dermatite atopica in uno studio di fase II di piccole dimensioni di 3 mesi.

Anche se questo studio ha dei limiti, in particolare il piccolo numero di pazienti e la breve durata, ha fornito prove a sostegno del ruolo della interleuchina-31 nel meccanismo patobiologico della dermatite atopica.

Il prurito aggrava la dermatite atopica ed è associato a perdita di sonno, depressione, aggressività, e pensieri suicidi.
I trattamenti esistenti, tra cui emollienti, glucocorticoidi per uso topico, inibitori della calcineurina, e antistaminici per via orale, hanno limitata efficacia e possono provocare effetti negativi se impiegati per un lungo periodo.

Nemolizumab è stato valutato in uno studio a dosi multiple che ha coinvolto 264 adulti con dermatite atopica da moderata a grave refrattaria, non adeguatamente controllata con trattamenti topici, negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.

I partecipanti allo studio sono stati randomizzati a ricevere per 12 settimane 0.1 mg/kg di Nemolizumab ( n=53 ), 0.5 mg/kg di Nemolizumab ( n=54 ), 2.0 mg/kg di Nemolizumab ( n=52 ), oppure placebo ( n=53; gruppo controllo ) ogni 4 settimane.
Altri 52 partecipanti hanno ricevuto 2.0 mg/kg ogni 8 settimane di Nemolizumab in una analisi esplorativa.
Tutti i partecipanti allo studio sono stati autorizzati a utilizzare emollienti e trattamenti localizzati, e alcuni sono stati autorizzati dagli sperimentatori a utilizzare un potente glucocorticoide topico come terapia di salvataggio dopo la settimana 4.

Un totale di 216 pazienti ( 82% ) ha completato lo studio.

L'endpoint primario di efficacia era la percentuale di miglioramento alla settimana 12 nei punteggi su una scala analogica visiva del prurito, che i pazienti registravano elettronicamente ogni giorno.

I punteggi sono risultati significativamente migliorati in modo dose-dipendente nel gruppo trattamento attivo, rispetto al placebo.
Il prurito è diminuito del 43.7% con la dose di 0.1 mg/kg ( P=0.002 ), del 59.8% con la dose di 0.5 mg/kg ( P inferiore a 0.001 ), e del 63.1% con la dose 2.0 mg/kg ( P inferiore a 0.001 ), rispetto al 20.9% con il placebo.

Nemolizumab è risultato anche superiore al placebo in diversi endpoint secondari valutati mediante le scale EASI ( Eczema Area and Severity Index ) e IGA ( Investigator’s Global Assessment ) statica.

La popolazione dello studio era troppo piccola per consentire agli sperimentatori di trarre conclusioni per quanto riguarda gli eventi avversi.
Un numero relativamente elevato di partecipanti ha abbandonato lo studio.
I pazienti che hanno ricevuto il trattamento attivo hanno presentato un più alto tasso di esacerbazioni di dermatite e di edema periferico, rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo.

Il gruppo trattato con 0.5 mg/kg di Nemolizumab a cadenza mensile ha mostrato il maggior beneficio terapeutico e il miglior profilo rischio-beneficio. ( Xagena2017 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2017

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